Taganana è situato nel nord-est dell’isola. In realtà, è uno dei primi insediamenti fondati dai conquistatori castigliani.
Subito dopo la Playa de Las Teresitas saliamo verso Anaga e cominciamo lentamente ad immergerci in un paesaggio talmente verdeggiante da farci pensare alla Svizzera, e più avanziamo più saliamo, più l’aria si fa’ rarefatta e e fine mentre al lato della strada pini maestosi prendono il posto della flora vulcanica classica dell’isola.
E così sino al bivio per Taganana dove lo spettacolo toglie letteralmente il fiato.
Andate a destra e percorrete la costa verso Benijo, strada stretta ma panorama allucinante. Non ve ne pentirete, sembra di essere stati catapultati sulle coste irlandesi, parcheggiate (dove è possibile) scendete e respirate profondamente.
Qualora voleste andare a rifocillarvi in uno dei tanti ristorantini arroccati sulla costa (El fronton magari) state attenti alla … testa. Coloratissimi “uccelli” volteggiano nell’aria.
Il valore etnografico di Taganana è evidente nelle cantine scavate nella roccia o nel famoso quartiere di Portugal, tradizionale gioiello patrimoniale.
Si raccomanda di accedere a questo borgo dalla zona nord, la foresta di Las Mercedes, una delle più antiche d’Europa e attraverso la tortuosa strada che scende tra i burroni. Il centro del borgo è la piazza di Nostra Signora di Las Nieves, un’area tranquilla, dove si incontrano gli abitanti locali all’ombra di lauri indiani.
Storia
La storia narra che a metà del secolo scorso alcuni pellegrini di Bilbao gettassero in mare una bottiglia con la stampa di questa Vergine durante la traversata in nave verso Santiago de Compostela.
La bottiglia giunse otto mesi dopo sulle coste di Almáciga, i cui residenti risposero al messaggio. Ebbero in regalo un’immagine della Vergine di Begoña, che adottarono come santa patrona del luogo. Da Almáciga è possibile prendere il sentiero che conduce ad altri piccoli nuclei abitati, che raccomandiamo di visitare.
Quello di Benijo ospita una ventina di abitanti e si hanno notizie della sua esistenza fin dal 1536, quando qui si iniziarono a costruire abitazioni, capanne, cantine e persino un frantoio.
Dal 1630 si hanno notizie di un eremo dedicato a Santiago Apostolo, che un secolo dopo crollò e nessuno lo ricostruì. Ora vi si trovano vari ristoranti di cucina tipica, meravigliosi luoghi in cui fare una sosta lungo il cammino per recuperare le forze.
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